L’Italia, dopo la sbornia del 150° anniversario della sua nascita, è bene che si ridimensioni a quella che è. Ci hanno raccontato fin dalle elementari che noi siamo una della più forti nazioni al mondo (allora la settima potenza industriale); negli anni ’60 abbiamo vissuto un boom economico straordinario e gli italiani hanno cominciati ad arricchirsi, dopo i magri anni della guerra.
Ed oggi, cosa siamo? Chi siamo? Ad una rapida ascesa nelle accumulazioni di capitali, non c’è stata un’altrettanto rapida ascesa culturale: ma nemmeno lontanamente. Chi un minimo ha viaggiato in Europa anche solo come turista lo può sapere: non c’è il ben ché minimo paragone con stati a noi vicini come Francia, Germania, Inghilterra e finanche la Spagna. E la cultura non si misura solo con musei, chiese, monumenti, architetture, produzioni letterarie, ecc., ma soprattutto con la capacità dei cittadini di discernere tra il bene ed il male per la collettività, con la capacità di essere liberi e di far rispettare questa condizione nel tempo, con la capacità di difendere senza indugio alcuno la propria dignità come popolo, come identità culturale, come persona.
Secondo voi, noi come siamo messi? Davvero pensate che i vostri danari bastino a comprare la vostra dignità? No, serve la cultura, nient’altro.
Mi ricordo un mio vecchio professore di disegno che avevo in prima superiore, all’Istituto Tecnico, vicino alla pensione. Era di quelli che ti faceva ancora alzare in piedi quando entrava e potevi sederti solo quando lui, da dietro la cattedra, dopo essersi tolto il cappello, aveva guardato negli occhi ognuno di noi, accomodandosi poi sulla sedia. Un giorno, alla fine di una lezione, durante un piccolo dibattito avvenuto in aula ci disse: “Ricordatevi di studiare e di approfondire la vostra cultura, perché è solo con la cultura che non riusciranno a mangiarvi la pappa in capo”.
I comunisti in Italia c’hanno messo vent’anni per credere che quello che accadeva nella Russia del “sol levante” non erano balle, ma la verità. Oggi , quanto ci metteremo a capire che il narcisista Silvio Berlusconi ha davvero mangiato e mangia la “pappa in capo” a milioni di italiani?
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